Michelino Iorizzo

Michelino Iorizzo è un artista romano, che affonda le sue radici culturali in una città intrisa di arte classica e contemporanea allo stesso tempo. 
Da questo deriva la lettura più profonda e sincera della poetica dell'artista, che meglio esprime il frutto della sua immaginazione attraverso il ritratto. 
Un ritratto capace così di armonizzare l'arte classica, la bellezza delle forme e l'armonia delle proporzioni con l'arte contemporanea, fatta di velocità del segno e di matericità dei colori. 
In questa duplicità artistica, risiede tutta la poetica di Michelino Iorizzo ed è così che osservando le sue opere possiamo scorgere rimandi alle statue classiche, come al dripping di Jackson Pollock. 
Il ritratto è il genere pittorico che l'artista sta sperimentando in questi ultimi anni e sono spesso donne che nascono dal frutto della sua immaginazione o dai suoi ricordi. L'opera nasce quindi nella mente dell'artista, per poi formarsi quasi di getto sulla tela, dove la mano è capace di tradurre il pensiero e di rendere visibile l'invisibile, agli occhi dello spettatore. 
Michelino Iorizzo realizza ritratti capaci di trasmettere e riassumere il concetto di bellezza, fatto di armonia delle forme, dei colori e delle emozioni stesse. 
Ed è così che nelle tele dell'artista appaiono volti estremamente femminili, con sguardi profondi, capaci di comunicare con il fruitore. 
L'arte di Michelino Iorizzo è prima di tutto comunicazione, l'artista è capace di trasmettere un messaggio preciso che risiede nella ricerca della bellezza, fatta di un gioco di equilibro fra segno grafico e colore. Comunicazione ed estetica si intrecciano così nella ricerca poetica di Michelino Iorizzo che volge verso il raggiungimento della grazia ed è forse per questo motivo che l'immagine femminile domina le sue tele.
La bellezza del segno grafico e del disegno di questi volti perfetti, che richiamano proprio la classicità più antica, si sposano con un uso del colore dinamico e travolgente. L'artista stende il colore sulla tela alla maniera di Jackosn Pollock o di Mark Rothko, è carico di materia, di gocciolature ed è possibile scorgere il gesto dell'artista, l'azione che crea, la mano che traduce in pittura il pensiero della mente. Il colore poi è spiazzante, capace di rendere contemporaneo il linguaggio della bellezza classica, è un colore che scuote le corde più profonde dell'animo dello spettatore, proprio come avviene nell'osservazione dell'arte astratta di Vasily Kandinsky. 
Michelino Iorizzo fonde antico e contemporaneo attraverso il disegno classico e l'energia dinamica dei colori ma anche attraverso linguaggi artistici diversi, come il ritratto e l'astrattismo. 
Quelli di Michelino Iorizzo possono essere definiti dei ritratti astratti, perché la bellezza del disegno si fonde con un uso del colore contemporaneo, capace così di palare a un pubblico vasto. 
Attraverso questo particolare linguaggio artistico di Michelino Iorizzo, nascono ritratti di donne che sembrano vere. I loro sguardi e le loro movenze sembrano uscire dalla tela per catturare gli occhi dello spettatore e i colori amplificano ogni emozione. Chi osserva le opere dell'artista non può non sentirsi trascinato in un vortice di emozioni e spesso la visione dell'opera non si ferma a questo. Il più delle volte ci si riconosce in quegli sguardi profondi, in quei volti ricchi di grazia e si rivivono emozioni che fanno parte del proprio vissuto. I colori forti e carichi di energia sono poi la cassa di risonanza di queste emozioni, che si rinnovano a ogni nuova visione dell'opera. Sono opere in perenne mutazione, in grado di parlare e di comunicare al pubblico sensazioni sempre nuove, proprio perché il fruitore acquisisce nel tempo nuove esperienze, che modificano la lettura di quei profondi sguardi e di quei colori ricchi di luce.
I ritratti di Michelino Iorizzo comunicano a un pubblico vasto ma soprattutto si inseriscono in una società contemporanea, in perenne ricerca della bellezza e allo stesso tempo della dinamicità. 
L'arte di Michelino Iorizzo è un'arte viva, non solo perché i suoi volti appaiono reali allo sguardo dello spettatore me soprattutto perché sono in grado di parlare alla sua anima. 
 


 
Intervista a Michelino Iorizzo in occasione della mostra alla Galleria Orler di Orbetello (luglio 2020)
 
1 Lei è un maestro d'arte… ci racconta la sua formazione?
La mia formazione è classica, ho iniziato dal Licelo Artistico e poi sono passato all'Accademia di Belle Arti di Roma. Successivamente ho fatto qualche anno di insegnamento privato per poi passare a frequentare delle lezioni all'interno dell'Università Cinese, invitato da alcuni miei amici dell'Hubey. 
 
2 Ci sono artisti del passato che influenzano oggi le sue opere?
Molti artisti del passato mi hanno influenzato, in particolare voglio fare una citazione di Leonardo Da Vinci: “Triste è colui che prende solo da sé stesso”. Vuol dire appunto che bisogna guardarsi intorno e cercare di prendere quello che è in grado di smuovere il nostro animo e la nostra ricerca.
Ed è in questa ricerca che verta la mia sensibilità nel ritratto della donna.
 
3 Come ci ha raccontato è cresciuto e si è formato a Roma… una città ricca di arte del passato ma anche contemporanea.. come questa città ha influito su di lei e sulla sua ricerca pittorica… 
Roma mi ha influenzato nella sua classicità, nel modo di dipingere e di affrontare la pittura, sempre guardando al passato ma con uno sguardo contemporaneo. Tutto questo mantenendo sempre una originalità nel far vedere la mia arte.
 
4 Si dedica principalmente al ritratto e alla figura femminile, è una sua scelta poetica precisa? 
L'universo femminile mi attrae molto per quanto riguarda la mia ricerca poetica ma guardandola bene a fondo, spesso verte anche su una rappresentazione dell'immagine androgina. La bellezza che non è ben definita, se si guarda bene si intravede una donna, una fanciulla, oppure anche un fanciullo, un bel ragazzo con i lineamenti più dolci. La mia ricerca va verso il lato femminile ma non del tutto, il quadro si fa da solo, essendo un'immagine che viene prima dalla mia mente e che poi cerco di riportarla in pittura. Spesso magari ho un'immagine che potrebbe essere più androgina che femminile e se uno spettatore guarda attentamente un mio dipinto se ne accorge.
 
5 Le donne che dipinge nascono quindi dalla sua immaginazione?
Le mie donne nascono dalla mia immaginazione ed è una ricerca quasi strana, ovvero fare il ritratto di una persona che non esiste. C'è una sfida molto importante con me stesso per renderla quasi reale, come se ti stesse guardando in quel preciso momento. L'umidità dell'occhio, oppure le labbra appena socchiuse, quasi a sussurrare qualcosa… 
 
6 Quindi lei cerca di riportare queste emozioni, queste sensazioni che il mondo femminile le suscita sulla tela prima ancora di focalizzarsi sulla fisionomia?
Cerco di fissare nello sguardo in particolare modo delle emozioni che spesso, con molto piacere da parte mia, vedo che vengono percepite dal fruitore e per me è già una vittoria. È una piccola sensazione di benessere il fatto che ci sia quello stesso rapimento che ho io sia nel dipingere sia nel guardare l'opera nell'atto finale, che sembra dirmi: “basta fermati, è ora di finire l'opera”. 
È quindi l'opera in un certo momento che mi dice: “stop”.
 
7 La fisionomia è sempre molto dettagliata… precisa… ha fatto particolari studi?
La fisionomia spesso è molto dettagliata e mi sto accorgendo in questi ultimi anni, che sto affrontando questo tema del ritratto, che mi da più soddisfazione riuscire a essere sempre più vicino al reale.
È sempre una realtà un po' mitigata, non è tanto la fotografia che mi interessa, perché la fotografia coglie tutto mentre la pittura solo l'essenziale. È così questo ciò che io vado a ricercare sempre: l'essenzialità nell'opera e nel gesto pittorico. 
 
8 Come progetta un'opera… nasce prima nella sua testa e poi sulla tela per poi dipingere di getto o studia il soggetto con disegni preparatori?
L'opera nasce di getto, da ricordi fugaci, spesso sono persone che ho vicino a me, come i miei figli, mia moglie o degli amici che per una ragione si sono incrociati nella mia ricerca.
Spesso succede che inizio un'opera e man mano mi accorgo verso la fine che ho rifatto una mia ragazza di quando frequentavo l'Accademia, o un'amica che ho frequentato qualche tempo fa e ora magari le strade ci hanno divisi. È questa la cosa paradossale della mia pittura: il fatto che inizio un qualcosa che man mano poi si dipinge quasi da solo, come se dovesse venire alla luce per conto proprio. 
 
9 La materia pittorica è fondamentale nelle sue opere ma allo stesso tempo il segno grafico… come unisce colore e segno?
Unisco il colore e il segno in base a questa esigenza di trovare sempre un ritratto e un modo essenziale per rappresentare la bellezza.
Ad esempio nella mia opera “Parousia”, che sarebbe l'essenza della bellezza, la bellezza fatta terrena, cerco sempre di trovare una chiave di lettura possibilmente piacevole, che possa poi attrarre il fruitore. 
 
10 Mi sembrano opere capaci di unire l'arte astratta al figurativo, di fondere un'arte delle grandi Avanguardie del Novecento con la lunga storia del ritratto… come se usasse e fondesse linguaggi diversi, tecniche diverse...
La mia ricerca verte sull'unione di pittura astratta e pittura figurativa, come la pittura degli antichi Fayum che dipingevano a encausto il ritratto del loro caro sulla tavoletta, che andava poi a inserirsi nella tomba del defunto. Da lì fino ad arrivare alle ultime Avanguardie contemporanee, cerco di carpire questo fascino che ha il tempo che va a corrompere l'opera, a renderla eterna. 
 
11 Il colore è parte fondamentale di ogni dipinto, sempre scelto con grande armonia, come usa il colore?
Il colore fa parte della mia ricerca pittorica, in particolare fa uscire fuori il lato emozionale di ogni figura. Specialmente nei miei ultimi lavori con i blu lapislazzuli che pervadono l'opera, facendomi sentire il respiro della persona che sto immortalando, donandogli così questa forza prorompente. 
 
12 Realizza anche ritratti su commissione sia femminili sia maschili?
Realizzo alcuni ritratti su commissione, sia maschili sia femminili ma sempre con un po' di controvoglia, per via del fatto che spesso mi forniscono foto non adeguate oppure il committente non si vede come in realtà è.
Così non gradisco fare ritratti su commissione, il ritratto deve essere come ti vedo io e non come ti vedi tu.
 
13 Nelle sue tele si legge prima di tutto l'anima di chi ritrae… come crea questa intima connessione con la persona del dipinto?
Nelle mie opere spesso traspare molto l'anima di chi ritraggo ma questo è un fatto emozionale che viene dall'esercizio continuo, dal fatto di dipingere molte ore al giorno e avere questa facilità di esecuzione.
Tutto questo mi permette poi di far uscire fuori l'anima nell'opera e il fruitore la percepisce, provando quasi un innamoramento, tipo sindrome di Stendhal. 
 
14 Ci sono soggetti che preferisce o magari le è mai capitato di non riuscire a entrare in sintonia con una persona a cui realizza l'opera?
Si ci sono dei soggetti che preferisco, il ritratto femminile è quello che mi da più soddisfazioni a livello emozionale.
Spesso è capitato che alcuni ritratti su commissione non sono stati accettati dal committente perché, come dicevo prima, molte persone non si vedono come in realtà sono. Spesso vado a cogliere dei lati di quella persona che non sono quelli che lui vede nello specchio, perché cerco di andare oltre la banale visione bidimensionale della fotografia. Qualche volta succede che l'opera non è capita. 
 
15 Visto che il colore è uno degli elementi principali nel dipinto, servono anche per amplificare l'anima della persona ritratta e le emozioni che le trasmettono?
Il colore amplifica molto la personalità del soggetto ritratto, in particolare sto lavorando sul fondo, capace di rendere ancora più forte il messaggio emozionale che voglio dare. 
 
16 Quando realizza un ritratto sa che andrà appeso nella casa di chi lo commissiona… un luogo privato e intimo, dove ha vissuto anche tutte le emozioni di quella persona… Tiene conto di questo spazio/luogo mentre progetta il ritratto? Crea una sorta di legame fra opera, persona ritratta e ambiente?
Quando realizzo un ritratto su commissione tengo conto anche del luogo dove andrà a stare e un po' penso che quell'opera possa dare una luce nuova a quel posto. Per me è già una soddisfazione il fatto che spesso molte persone prendano queste mie immagini, che escono dalla mia fantasia e le mettano nella propria casa. Per me è una grande soddisfazione, tutte le ore passate a lavorare hanno così dato il loro frutto. 
 
17 So che non realizza solo ritratti ma anche paesaggi, statue greche… ci parli di questi lavori… 
Realizzo, oltre ai ritratti, delle statue greche ma in realtà è solamente il fatto che stando a Roma, queste immagini classiche mi hanno pervaso fin da bambino. È una pittura che riguarda prevalentemente il mito, infatti spesso dipingo Zeus, Ermes o l'Apollo, cercando di dare a queste figure una forte connotazione emozionale. Alla statua, non avendo lo sguardo e gli occhi, è difficile dare una forza emozionale e così cerco questa sensazione, questo sguardo/non sguardo e spesso vedo che piace e funziona.
Poi dipingo anche paesaggi, sia marini sia montani, eseguo anche pesci con una antica tecnica orientale che prevede l'inchiostratura del pesce e poi dopo la stampa sulla tela, sempre tutto manualmente. Successivamente passo sopra la pittura per rendere il pesce quasi tridimensionale, quasi come se ti spruzzasse l'acqua in faccia. 
 
18 C'è un genere che preferisce, che meglio la rappresenta oggi?
Non c'è un genere, io mi definisco pittore e quindi per me ogni tema è una sfida, sia esso un ritratto, sia un paesaggio, sia un pesce, sia una statua greca o romana. È solamente un pretesto cosa dipingere, mi interessa come lo dipingo, non quello che dipingo.

19 Le sue opere sono entrate in tantissime case e collezioni, richiamano un certo target solitamente?
Le mie opere sono entrate in moltissime case di collezionisti e anche di amici ma di persone che non hanno una grossa cultura e che spesso restano colpite dalle mie opere. E così anche magari facendo piccoli sacrifici economici sono riusciti ad averla e questo a me fa moltissimo piacere. La mia ricerca pittorica viene percepita da ogni fascia sociale della popolazione. 
 
20 Quali sono state le esperienze espositive più importanti per lei?
Le mie esperienze espositive sono state tutte importanti, fin dalla mia prima mostra collettiva fino ad arrivare a quest'ultima del 10 luglio all'interno della Galleria Orler di Orbetello. È sempre una bella sensazione fare una mostra e sentire i commenti delle persone, che alcune volte si rivedono nei ritratti esposti e questo mi fa molto piacere. 
 
21 Quali sono i suoi progetti per il futuro sia artistici sia espositivi?
I miei progetti futuri artistici sono cercare di fare sempre meglio, quello che verrà verrà, l'importante è trovare soddisfazione in quello che uno fa.
Poi se durante il percorso questo viene anche condiviso da altri, che sentono le mie stesse emozioni, è piacevole. 

22 Oggi hanno un peso non solo le gallerie e le mostre ma anche i social network e internet, che rapporto ha con questo nuovo mondo digitale?
Il rapporto che ho con i social network è un po' combattuto, nel senso che essendo un pittore un po' alla vecchia maniera, che lavora dieci/dodici ma anche sedici ore al giorno, non ho tempo fisico per mettermi davanti a una tastiera e far vedere il mio lavoro. Mi accorgo che sbaglio, perché credo che il futuro sarà questo, più andiamo avanti e più la gente andrà molto di più su internet per guardare e comprare le opere d'arte. Dovrò così pian piano adeguarmi.

23 Questi mezzi hanno il vantaggio di permetterle di arrivare ovunque nel mondo… 
Questi mezzi ti permettono di arrivare da tutte le parti del mondo, però io sono ancora legato al fatto che un'opera debba essere vista dal vero, perché è un'emozione incredibile vederla dal vero.
Puoi fare le foto più belle del mondo ma non ti darà mai quella sensazione e quella forza che ti può dare la visone dell'opera dal vero.
 
24 Quello che mi colpisce delle sue opere è che hanno un linguaggio estremamente contemporaneo, sono dinamiche, veloci, quasi astratte… si inseriscono perfettamente nella società. 
Quali parole userebbe per definire la sua poetica a un collezionista. 
La mia poetica verte sull'essenza ideale del mondo materiale, quindi la ricerca di questa bellezza che diventa quasi una divinità. L'opera da in primis a me la gioia e l'emozione di vederla e poi al fruitore finale, che l'appenderà nella propria casa. 
 
25 Chi verrà a vistare la sua prossima mostra presso la Galleria Orler di Orbetello cosa troverà?
Spero che chi guarderà la mostra, riuscirà a vedere quello che ci vedo io: la sacralità della pittura dei Fayum, la grazia delle ceramiche di Luca Della Robbia, la genialità di Rembrandt, le lacerazioni e i tagli di Lucio Fontana, gli strappi di Mimmo Rotella, l'astrazione di Mark Rothko, il dripping di Jackson Pollock, fino ad arrivare alla bellezza assoluta della scuola romana...
 
26 Concludiamo questa intervista con una sintesi della sua poetica pittorica…. 
Le mie opere si rifanno al passato ma guardano verso il futuro… 
 
A cura di Alessandra Burattin


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